Teatro della Gioventù, le “corde virtuose” di Carlotta Dalia incantano il pubblico del Paganini Genova Festival

Neanche due bis hanno smorzato gli applausi e l’attesa della platea numerosa di amanti della musica e di professionisti di settore nel concerto del 20 ottobre del Paganini Genova Festival tenuto interamente dalla virtuosa della chitarra Carlotta Dalia. Il suo dinamismo e gli attimi di pura lirica incantano sempre, la si ascolterebbe per ore.

Giovane (classe 1999) è già molto affermata: ha tenuto il suo primo recital solistico all’età di 12 anni e viene costantemente invitata ad esibirsi in Festival e Stagioni Concertistiche in Italia e all’ estero.  Ha partecipato a svariate masterclass tra cui quelle tenute dai M° Frédéric Zigante, Marcin Dylla, Adriano del Sal, Arturo Tallini, David Russel, Pavel Staidl, Gianpaolo Bandini e Lorenzo Micheli e fin dall’inizio del suo percorso di studi ha vinto numerosi premi in Concorsi Nazionali ed Internazionali. A coronamento di questo percorso è arrivato anche il Primo Premio e Premio Special per la miglior interpretazione di un brano di Leo Brower e Premio Special come miglior competitor Italiano – 2019 Paganini Guitar Festival & Competition. Se il virtuoso cubano Leo Brouwer dice che “suona la chitarra come un angelo” e Angelo Gilardino afferma “Di sicuro è già arrivata là dove, alla sua età, forse la sola Ida Presti aveva messo piede. Voglio augurarle una continuazione senza intoppi. Il tempo non le manca”  per il pubblico genovese è ormai ben più di una promessa, una acclarata musicista di indubbia maturità.

Possiede quella rara capacità di perfetto isolamento, di unione con lo strumento e di concentrazione assoluta che rendono ogni esecuzione di livello altissimo con la skill di passare da un autore a un altro, da un’epoca remota alla più recente ( in questo caso dal Settecento al Novecento) con agilità.  

Non ha tradito le aspettative, nemmeno le più pretenziose, reggendo da sola la sala da concerto tra brani complessi, potenti o sussurrati, ricchi di brio o commoventi confermando che sì, la chitarra solista può dare grandi soddisfazioni in recital nei cartelloni prestigiosi, ben oltre “semplici” accompagnamenti o esibizioni alternate ad altri musicisti o gruppi.

Tra i brani che più hanno convinto per profondità interpretativa “Hika” di Leo Brower portato all’estremo nella sua delicatezza arrivando a sfidare i timbri più tenui e riuscendo al contempo a far passare quel messaggio di ispirazione popolare che sta alla base del brano. Poi, decisamente, nonostante l’uso del leggio non facesse presagire una completa sicurezza, è riuscita a stupire ancora. L’ultimo pezzo segnato sul programma ha disarmato qualunque resistenza: era la Ciaccona dalla Partita n.2 per violino solo BWV  1004 di Johann Sebastian Bach, nella trascrizione per chitarra di Carlo Marchione, non a caso grande sintesi di linguaggio e di sperimentazione sonora in quell’equilibrio caratteristico del compositore che non ha eguali.  Il respiro, la pulsazione ritmica, i ripiegamenti dolorosi nei tempi lenti: le melodie  ruotano su se stesse e fanno presagire davvero ogni sfumatura dell’anima umana, là dove sembra solo di ascoltarla.

Il Paganini Genova Festival è online, per seguire gli appuntamenti streaming e vedere le variazioni in ottemperanza all’ultimo Dpcm clicca qui.