Borgio Verezzi: l’ironia di Michele La Ginestra

Nell’organizzare il cartellone del Festival Teatrale di Borgio Verezzi di quest’anno, il direttore artistico Stefano Delfino ha puntato sulla commedia, sull’ironia. Dopo tante tragedie, in effetti, c’è bisogno di una risata liberatoria, soprattutto, poi, se la risata è sollecitata da un testo sì divertente, ma che in qualche modo pone anche delle domande e induce a qualche riflessione.

Ieri sera il Festival si è inaugurato con E’ cosa buona e giusta, scritto con Adriano Bennicelli da Michele La Ginestra che ne è anche interprete principale accanto a quattro giovani molto bravi: Ilaria Nestovito e Ilaria Mariotti, Alessandro Buccarella e Alessandro La Ginestra. La regia era di Andrea Palotto.

I quattro giovani attori dello spettacolo

Artista versatile e simpatico, La Ginestra ha costruito una commedia leggera ma intelligente, in cui nell’incontrare quattro giovani ne affronta le ansie, le paure, le aspirazioni mettendole a confronto con le stesse ansie e le stesse aspirazioni da lui vissute alla loro età. Un gioco di rimandi, di felici passaggi fra ricordi e presente con momenti molto divertenti (il parroco dalla dizione improbabile, il bidello che si finge professore) ma anche con qualche parentesi più malinconica (il poetico ricordo della morte del padre) in un contesto dal ritmo serrato fra monologhi, dialoghi, battute e intermezzi cantanti che separano i differenti argomenti e introducono i differenti personaggi interpretati dal dinamico e brillante attore.

Un momento dello spettacolo

 

Il pubblico, numerosissimo ha seguito con divertimento applaudendo calorosamente. La platea era organizzata con pannelli di plexiglass fra una sedia e l’altra onde diminuire il distanziamento fra i posti e non dover dunque ridurre la capienza della suggestiva piazzetta per evitare il problema dell’eccessivo distanziamento fra i posti e non dover quindi ridurre troppo la capienza della splendida piazzetta.

Questa sera secondo appuntamento con Emilio Solfrizzi, protagonista unico di “Roger” scritto e diretto da Umberto Marino: una ipotetica partita di tennis in cui un generico numero due  affronta l’inarrivabile numero uno di nome Roger. Replica domani sera.