Via della Maddalena, spettacolo da rodare

Il Centro storico di Genova, con i suoi caruggi brulicanti di vita, ha nel tempo ispirato scrittori e cantautori. Basta, pensare, fra i vari esempi cdel passato, a Remigio Zena che nella Bocca del lupo ha raccontato una realtà lontana, ancora poco multietnica e ricca di autentica genovesità; oppure al repertorio giovanile dell’ultimo trovatore genovese, Fabrizio De Andrè, cantore di un mondo popolato di prostitute e drogati.

A quel mondo che non è difficile ritrovare tuttora girando per i nostri vicoli, si ispira Via della Maddalena, andato in scena ieri sera nel Parco dell’Acquasola, seconda produzione estiva del Teatro Nazionale. Il testo è di Marco Taddei, la regia di Aleph Viola.

Taddei ha voluto ricostruire sulla scena uno spaccato di vita quotidiana, mettendo insieme diverse storie che si incrociano con esiti ora drammatici ora comici: il farmacista vedovo che ritorna a Genova con la figlia minorenne, il giornalaio con la moglie che vorrebbe reagire al degrado, la drogata che soccombe, la prostituta, il bulletto sudamericano. Un ambiente colorito che Taddei tratta con alcune felici intuizioni, anche se forse un po’ di pulizia e di tagli renderebbe più agile la drammaturgia.

Qualche perplessità sulla realizzazione. Il regista ha utilizzato la passerella ideata per lo spettacolo precedente, La congiura del Fiesco e ha arricchito l’azione sfruttando due telecamere che proiettano sullo schermo piazzato su una delle due postazioni laterali, volti degli attori o particolari della vicenda. Forse il testo avrebbe avuto bisogno di una soluzione scenica differente che facesse rivivere più da vicino la realtà dei caruggi.

Bravi tutti gli attori: Elsa Bossi, Sebastiano Bronzato, Federico Gatti, Paolo Li Volsi, Aldo Ottobrino, Deniz Ozdogan, Carolina Rapillo, Roberto Serpi, Irene Villa e lo stesso Marco Taddei.

Applausi, repliche fino a domenica.