Lisa Galantini, il piacere di recitare Molière

Teatro comico d’autore, giovedì sera (con replica venerdì) al Politeama Genovese. Va in scena Il malato immaginario, capolavoro tardo di Moliere che lo scrisse e mise in scena nel suo ultimo anno di vita.

Affidato alla regia di Guglielmo Ferro lo spettacolo avrà per protagonista Emilio Solfrizzi nel ruolo di Argante. Accanto a lui (con  Antonella Piccolo, Sergio Basile, Viviana Altieri, Cristiano Dessì, Pietro Casella, Cecilia D’amico, Luca Massaro e Rosario Coppolino) ci sarà Lisa Galantini, ben nota al pubblico genovese per la sua lunga militanza al teatro della Tosse e al Teatro Nazionale.

“Interpreterò la parte di Tonina la servetta. Ed è una parte bellissima. Le serve in Molière sono sempre personaggi straordinari. E Tonina è la serva delle serve, l’artefice di un meccanismo comico che sta alla base della commedia. Non a caso era il ruolo della capocomica dell’epoca. Una ragazza brillante da restituire perché è sempre in bilico fra l’essere furba e l’essere brava e questo permette a una attrice di giocare su varie soluzioni. Insomma, mi diverto, anche perché ho compagni di ventura bravissimi con i quali recitare è un piacere. E dà una carica vedere ogni sera a fine spettacolo il pubblico sereno e soddisfatto”.

-Che effetto le fa portare la commedia a Genova”

“A Genova mi sento a casa, in famiglia. E sono molti gli amici e gli allievi della scuola che saranno in platea. L’ultimo mio lavoro a Genova risale allo scorso anno quando partecipai al Teatro Nazionale al progetto per il G8. E poi ho anche recitato in un monologo, Moi, dedicato alla scultrice Camille Claudel”.

-Ha accennato agli allievi della scuola, il Cfa, Centro di formazione artistica, creato da Luca Bizzarri e del quale è da anni la direttora. Come si trova nella sua attività didattica?

“Stiamo attraversando un momento un po’ delicato. La pandemia, un ita a un certo rilassamento delle responsabilità, ha  un po’ “impigrito” molti allievi, più restii rispetto al passato ad assumersi un impegno con effettivo rigore e serietà. Io cerco di avere un rapporto diretto personale. Il lavoro è tanto ma regala molte soddisfazioni e i risultati ci sono”.

-In una intervista pubblicata nei giorni scorsi su Repubblica a firma della collega Erika Manna ha rivelato di essere stata oggetto di avance alquanto pesanti da parte di un produttore all’epoca in cui lavorava in Rai come protagonista della serie La nuova squadra. Il suo rifiuto le è costato caro in termini di carriera.  Oggi, come lei tante attrici escono allo scoperto e denunciano le eventuali pressioni subite. Sta cambiando qualcosa?

“Penso proprio di sì. Ci credo. Quando è successo a me, si viveva in una situazione del tutto diversa. Sembrava scontato che lavorando nel mondo dello spettacolo si dovesse far fronte anche ad avance non cercate e gradite. Pareva dovesse far parte del gioco. Oggi l’atteggiamento è cambiato, è un fatto culturale, non dico che sia tutto diverso, ma ci son o le premesse perché si volti davvero pagina”.