Dindo e Cattarossi: che bel concerto in emergenza!

L’influenza e i malanni di stagione non risparmiano gli artisti, naturalmente. A nessuna latitudine e senza alcun riguardo per l’età. Così domenica mattina Nicola Costa e Pietro Borgonovo, rispettivamente presidente e direttore artistico della GOG, sono stati svegliati da una telefonata proveniente da Pietroburgo: la diciassettenne pianista talentuosa  Alexandra Dovgan, attesa a Genova per il consueto appuntamento del lunedì sera al Carlo Felice, era a letto con la febbre nella sua casa russa.

Frenetici contatti, varie telefonate e dal cilindro di Borgonovo è spuntato il nome di Enrico Dindo, violoncellista che non ha certo bisogno di presentazioni. Dindo suona abitualmente in duo con la pianista Monica Cattarossi e tutti e due si sono resi disponibili alla sostituzione in emergenza.

E va detto subito che, senza nulla togliere alla giovanissima Dvogan che ci si augura di poter ascoltare presto, il recital offerto dai due artisti italiani è stato di eccellente livello, accolto da un uragano di applausi da parte del pubblico, alquanto numeroso.

Nella foto di Silvia Iolanda Aresca, Enrico Dindo e Monica Cattarossi  durante il bel recital di ieri sera

 

Il duo ha aperto la serata con due lavori di Schumann, “Adagio e Allegro” op. 70 e “Fantasiestucke” op. 73. Già l’attacco dell’iniziale Adagio ha evidenziato l’ammirevole gusto interpretativo di Dindo il cui suono è risultato sempre di particolare pienezza e  rotondità. Schumann, si sa, è autore particolarmente insidioso per la densità della scrittura e per il fitto dialogo fra arco e tastiera che richiede un perfetto affiatamento. Cattarossi, pianista elegante e di solida preparazione, ha assicurato un rapporto dialettico di forte tensione espressiva regalando con Dindo una lettura assai convincente: impressione analoga si è ricevuta in apertura del secondo tempo della serata quando il duo ha eseguito i “Funf Stucke im Volkston” op., 102 ancora di Schumann: citiamo in particolare la raffinata lettura del secondo (“Langsam”). Accanto a Schumann, Dindo e Cattarossi hanno affrontato Debussy e Sostakovic. Del primo si è ascoltata la Sonata n.1  in cui il duo si è fatto apprezzare per un fraseggio di estrema purezza. E del compositore russo si è ammirata la Sonata op. 40, un gioiello restituito al meglio dai due concertisti “obbligati” dal pubblico a concedere almeno due bis, di Rachmaninov e di Ravel.