Quinto concerto apprezzatissimo per il pubblico della GOG, del resto la pianista georgiana Èlisso Virsaladze conquistò ventenne il terzo premio al Concorso Tchaikovsky (1962), nel 1966 vinse il Concorso Internazionale Robert Schumann di Zwickau e lo stesso Richter ha detto di lei: “…il suo Schumann non ha eguali”. Note e inestimabili, per poesia del canto e del colore, le sue esecuzioni di Mozart, Chopin, Liszt, aggiungeremmo noi. L’Unione Sovietica le ha tributato una schiera di onorificenze e sono svariati i riconoscimenti attribuitele nei diversi angoli del mondo. Collabora con i direttori d’orchestra più prestigiosi: Svetlanov, Barshai, Muti, Sawallisch, Wit… Grande solista, come in duo, non si risparmia nell’insegnamento come alla Hochschule di Monaco o a Fiesole, mecca cosmopolita delle sette note. Lucidissima, il tempo non ne ha scalfito l’eleganza e l’inconfondibile tocco.
Complice dei lunghi applausi al Carlo Felice anche un programma blasonato, difficilissimo, ma sicuramente intenso da trasmettere e appagante per una pianista di razza: Mozart e Chopin, dalla Fantasia in do minore K 396 alle Mazurche del 1838 circa e via via coprendo un lasso temporale dal 1782 al 1841.
Il classico concerto che impressiona incontrando decisamente il gusto degli appassionati e rivelando continue chicche nell’esecuzione ai palati fini. Non serve scomodare Nicola Campogrande per dire che esiste il “Grande Repertorio”, gli evergreen della musica colta,e delineare l’effetto che fa. Gioca molto l’interpretazione fedelissima alla partitura: il nostro cervello, indiscutibilmente legato a boe, riconosce e apprezza, suscitando subito quell’emozione della risposta rispetto ad altri brani meno battuti o meno intellegibili. Solo di rimando si coglie la grandezza del far comprendere il valore di ogni singola nota, i temi che si rincorrono, gli accompagnamenti in pianissimo, i giochi degli “incastri”.
Tra i pezzi che ci hanno sorpreso di più per trasparenza e limpidezza le adamantine Variazioni in do Maggiore sul tema “Lison dormail” e la Ballata n.2 in Fa maggiore di Chopin per la riuscita resa chiaroscurale e l’audacità di alcuni linguaggi spinti verso il limite ma sempre misurati, scevri di qualsiasi manierismo o inclinazione poetica e, proprio per questo così espressivi. Due bis hanno accontentato gli incontentabili, che si chiedevano in sala se il concerto fosse stato registrato per poterlo riascoltare. Per tutti memorabile, per me pura lirica messa a nudo. Una diva della tastiera, di cui si è rotto lo stampo.
Prossimo evento alla GOG il 22 novembre alle 20.30 con Christian Poltéra, Gringolts Quartet. In programma il Quintetto in La maggiore Op.39 di Glazunov e il Quintetto in Sol Maggiore Op.14 di Taneev. Informazioni al sito www.gog.it
Si ricorda che si può donare con l’Art Bonus alla Gog e recuperare il 65% della donazione. Informazioni al numero 010 8698216 e all’e-mail donatori@gog.it,
Pingback: Le donne in musica, memorabile 'concerto-excursus' al femminile per l'Accademia del Chiostro - L'Invito